Ricevo un messaggio da una praticante dei corsi di mindfulness in cui mi segnala un libro che, a quanto pare, sta scalando le classifiche. Il protagonista, un avvocato che fatica a conciliare famiglia e lavoro, decide su invito della moglie di frequentare un corso di mindfulness. Al termine del corso, finisce per padroneggiare bene gli insegnamenti e diventare un incredibile assassino. La mia domanda è: che insegnamenti gli sono stati offerti? Cosa sta veramente padroneggiando?
Ecco, questo libro crea l’occasione per parlare di una certa confusione tra mindfulness, attenzione e concentrazione. Certamente quest’ultimi importanti per coltivare la mindfulness, ma non ne sono sinonimi.
Per esempio: un ladro molto attento è mindful? Oppure, può esistere il Mindful Hunter, ossia il cacciatore consapevole (Ho scoperto che esiste un podcast che porta questo titolo)?
Ecco, tutte queste possibilità non sono mindfulness. Questo perché uno degli elementi imprescindibili della mindfulness è la qualità benevola, compassionevole, gentile, e cioè la capacità di prendersi cura, di non arrecare sofferenza a se stessi o altri.
Mindfulness non è sinonimo di attenzione o concentrazione; la parola sati, termine in lingua pali poi tradotto in mindfulness, è un tipo di attenzione interessata, che ricorda l’impegno, le intenzioni e rinnova il nostro senso di dignità e integrità. Dunque, la mindfulness è sempre accompagnata da un certo rispetto per se stessi e per gli altri.
Questo indirizza il modo in cui la mindfulness dovrebbe essere insegnata, e ne definisce gli ambiti e i confini. Nel mondo del lavoro per esempio la mindfulness è uno strumento utile per prenderci cura delle persone all’interno dell’organizzazione. Il fatto che un dipendente che pratica mindfulness, risulti poi più efficace e produttivo, è una conseguenza, ma non può essere la ragione per offrire un corso di mindfulness.
Questo dovrebbe suggerire che la mindfulness è sempre accompagnata dall’etica, anzi si fonda sull’etica. Nell’ambito della mindfulness, l’etica è il riconoscimento di ciò che per noi è salutare e ciò che non lo è. Non è qualcosa che impariamo ma è innato in ognuno di noi e che a volte iniziamo a riconoscere proprio quando pratichiamo.
La mindfulness non è altro che un invito a notare come siamo in relazione con la vita intono a noi. Ci ricorda che non siamo isole, che le nostre parole, azioni e pensieri avranno un impatto. In questo senso, la mindfulness si insinua nei nostri stili di vita responsabilizzandoci.
L’occasione è utile per ricordare un altro luogo comune sulla mindfulness, e cioè che sia una pratica dedicata a radicarci nel momento presente; quasi come fosse un sinonimo dell’ hinc et nunc latino, un invito a vivere senza indugi qui e ora. In verità quel momento presente racchiude il legame con il passato e il futuro. La mindfulness ci aiuta a incontrare il momento presente basandoci su intenzioni che abbiamo coltivato nel passato e che avranno conseguenze nel futuro. La mindfulness si prende cura dei nostri valori, degli impegni che abbiamo preso con la vita. Ci impegniamo a onorare una promessa che abbiamo fatto a noi stessi, attraverso comportamenti che scegliamo momento dopo momento e che avranno conseguenze sul futuro nostro e di persone accanto a noi.
Dunque, può esserci un ladro attento, ma non sarà un ladro mindful. Può esserci un cacciatore concentrato ma non sarà un cacciatore mindful.
Chiudo con una poesia di William Stafford che racconta questo legame tra intenzione e azione, e come coltivare il momento presente sia semplicemente il momento che precede il nostro futuro e ciò di cui vogliamo comporre la nostra vita.
“Cominciamo da qui: che cosa desideri ricordare?
In che modo il sole avanza strisciando su un pavimento lucido?
Il profumo sospeso di legno vecchio, il suono attutito
che proviene da fuori e riempie l’aria?
Offrirai mai al mondo un dono migliore
del respiro rispettoso che porti con te
dovunque, proprio ora? Stai aspettando
che il tempo ti indichi pensieri migliori?
Fai un giro su te stesso, a partire da qui,
alza quel nuovo sguardo che hai scoperto:
porta nella sera tutto ciò che vuoi dalla giornata.
Questo momento che hai passato a leggere o ascoltare, conservalo per la vita.
Che cosa puoi ricevere più grande dell’adesso,
a partire da qui, proprio in questa stanza, ora che fai un giro su te stesso?”