Oggi festa del papà penso al tema che a scuola periodicamente veniva chiesto ai bambini di scrivere “Descrivi il tuo papà”. Sorrido pensando a quanto differente possa essere lo stesso tema, lo stesso papà, raccontato in epoche diverse della vita; e come ogni descrizione racconti della stessa persona.
Il papà che conosco oggi racchiude l’essenza dell’essere umano: la fragilità di un corpo provato da una malattia di qualche anno fa e la tenacia, la perseveranza di chi conosce il valore della vita e la sceglie tutti i giorni.
Mio papà incarna la possibilità che abbiamo tutti fino all’ultimo di cambiare, non per essere qualcosa di diverso, ma per lasciare andare vecchie certezze, passioni di una vita e scoprire che va bene così, che c’è ancora vita da scoprire se solo ci concediamo il permesso di esplorare. Mio padre che dalla sua sedia a rotelle, con una voce che non esce più come una volta, riesce ancora a far sentire il suo punto di vista e la sua autorità. Mio padre che nonostante gli impedimenti continua a viaggiare e a esplorare il mondo da un nuovo punto di vista.
Spesso è proprio un evento triste come una malattia o una perdita a risvegliare la consapevolezza per il valore della vita.
Ma posso dire con certezza che mio padre coltiva questo valore da molto tempo. Tanti anni fa, quando mi sono avvicinata alla mindfulness, ho iniziato a lavorare molto sulla pratica della gratitudine e tenevo sul comodino un quadernetto in cui annotavo le cose della giornata per cui ero grata. Quando mio papà è stato male, abbiamo scoperto che anche lui, in un taccuino scriveva e ringraziava per ogni giorno che gli veniva dato. Nei sette lunghi mesi che ha trascorso in ospedale tra coma, rianimazione e riabilitazione, mia mamma ha continuato a scrivere per lui quel quaderno della gratitudine e mi piace pensare che sia stato anche quello a tenerlo in vita insieme alla gratitudine per il quello che è stato e per quello che arriverà.
La condizione di mio padre, mi ricorda la storia di Sisifo, re di Corinto, condannato a spingere ogni giorno un masso pesantissimo fino in cima alla collina per poi vederlo ricadere ogni volta.
Mi piace la lettura che fa Charlotte Joko Beck di questo mito: il vero inferno non è nello spingere il masso, ma nel ricamarci sopra una serie di emozioni, nell’alimentare l’idea di speranza e di delusione; nel chiederci se prima o poi riusciremo a far rimanere il masso in cima alla collina.
Il vero peso del masso è l’idea della vita come lotta, l’idea che debba essere diversa da come è. Dunque la causa dell’infelicità quotidiana sta nei giudizi di ciò che facciamo: bello, brutto, utile, inutile, o ancora peggio più bello di prima, più brutto di domani etc. Il giudizio finisce per vittimizzarci.
L’autrice dice che la liberazione di Sisifo avviene nel momento in cui Sisifo continua a spingere il masso senza sperare che la vita sia diversa e cioè vedendo nella spinta, nella lotta, la ragione stessa della sua vita.
Ed è così che mio papà ha affrontato la sua malattia e questa nuova fase della vita; per questo posso dire che mio papà è molto mindful! Spingendo il masso, e vedendolo rotolare giù, senza attaccamento per il risultato, senza giudizio verso quello che è stato o che sarà, semplicemente con curiosità verso le nuove avventure della vita e grazia e gentilezza verso i limiti e le inevitabili nostalgie della vita.
La sua pratica quotidiana, con la fisioterapia, le preghiere e tutti gli sforzi, non sono finalizzate a trasformare la vita in qualcosa di più dolce, anche se questa è una speranza giusta e umana. Semplicemente spingendo il nostro masso consapevolmente, prestando attenzione a quello che succede dentro di noi, lentamente accogliamo la trasformazione. E la trasformazione porta accettazione. E l’accettazione porta pace; e la pace è ciò che desidera ogni essere umano per se stesso e per gli altri.
Allora oggi sono grata a mio padre per la sua lezione di coraggio e perseveranza, per l’umiltà con cui ha accolto la malattia, per la grazia che ogni giorno mostra nelle inevitabili difficoltà quotidiane e per la curiosità con cui guarda ogni nuovo giorno. Buona festa del papà a papà Alfredo e a tutti i papà che ci ricordano di apprezzare ogni singolo momento della vita, qualsiasi esso sia.