Questo è un blogpost corale. È corale la scrittura, è corale il sentimento.
Include il sentire di tanti e ogni parola conferma che meditare insieme, in silenzio nei disordini dei nostri cuori fa bene, cura, lenisce e arricchisce le nostre vite.
Qualche giorno fa ho chiesto al gruppo di pratica mindfulness come sarebbe stato quest’anno se non avessero praticato mindfulness. Le risposte che sono arrivate includono la scoperta della mindfulness come modalità per incontrare l’incertezza, per gestire l’ansia e per trovare nell’impermanenza e nel cambiamento una risorsa: “anche questa passerà”.
Per molti la pratica è stata una possibilità di prendere posto insieme per contrastare il senso di isolamento in cui ci siamo trovati all’improvviso.
Da sempre e nelle più svariate situazioni i gruppi hanno la capacità di curare, di guarire, di lenire. Ci sono studi che raccontano questo. Rebecca Solnitsi è dedicata a studiare come nei momenti di maggiore trauma collettivo, la risposta della comunità abbia creato un’occasione di maggiore resilienza.
Questo vale anche per i nostri gruppi di meditazione. Vale per i mesi difficilissimi che abbiamo condiviso e per tutti gli altri che sono altrettanto difficili.
Cosa succede nei nostri gruppi di meditazione – tra l’altro online e apparentemente distanti – per crearsi tanta coesione? Credo che anche nel silenzio e nell’isolamento delle nostre vite prendiamo posto con una comune intenzione di vivere una vita autentica e con una comune urgenza di iniziare subito. Ognuno di noi diventa cassa di risonanza per il sentire dell’altro e le distanze si accorciano.
Non voglio rubare altro spazio alle voci del gruppo di praticanti e che hanno completato la frase che inizia con:
Se quest’anno non avessi praticato mindfulness…
… sarei stata molto molto sola – Annalisa
… ...non mi sentirei parte di un gruppo di persone che, sebbene siano sconosciuti, trovano nella meditazione insieme a distanza un motivo di unione di spirito. – Giulia
… non avrei avuto l’equilibrio che cercavo da tempo o quanto meno non avrei avuto quegli strumenti per ritrovarlo anche nei momenti di maggiore stanchezza e disorientamento. – Francesca
… le incertezze e le insicurezze avrebbero preso il sopravvento su di me! Praticare mi ricentra e mi permette di vedere le cose e le situazioni per quello che sono. – Federica
… Avrei perso un’occasione unica di avvicinarmi ad un mondo e alla sua comunità, difficile per me da raggiungere in presenza. Avrei avuto maggiori difficoltà a gestire situazioni stressanti dovute alla pandemia. Non avrei “lavorato” su me stessa e di conseguenza sarei stata meno utile agli altri. – Roberta
… non mi sarei data la possibilità di soffermarmi su aspetti che sono essenziali ma mi sfuggono. Il trattenermi con me stessa nel respirare, nell’ascoltarmi, nel provare gentilezza per tutti i difetti di me che tendo a respingere mi ha fatto ritornare a casa. Mi ha ricordato che quando perdo la strada posso sempre ritrovarla ritornando a me, semplicemente. – Stefania
… mi sarei sentita sola. Non me ne sono resa conto durante, ma solo dopo. Ho passato tre mesi completamene sola sia a casa che a lavoro e non mi sono mai sentita tale grazie alla mindfulness. Sí grazie agli incontri sicuramente, ma grazie a quello che ho realizzato di avere in casa e nella mente, di sentire per questo mondo e per le persone, di ricevere anche se lontano e a distanza, di essere per gli altri e per me stessa. – Francesca
… la mia testa sarebbe ferma sul “catalogo” delle mie insicurezze anziché vedere,apprezzare e godere dei semplici, forse banali, ma importanti gesti quotidiani delle persone vicine a me – Lisa
. . . Se quest’anno non mi fossi avvicinata alla mindfulness non avrei esplorato un modo nuovo di incontrare le mie incertezze, che appartenevano a quel periodo della mia vita e che contemporaneamente sono diventate le incertezze di moltissimi altri esseri umani.
Incertezze personali, Incertezze universali. Mi sono sentita meno sola, la vicinanza, fisica ed anche virtuale quando siamo passati a questa modalità di incontro, mi ha stupito e incoraggiato a continuare a praticare. – Marina
… soprattutto nel periodo di lockdown, sarei stata intrappolata nella gabbia del criceto in cui spesso mi sono trovata, girando girando in ogni giornata sempre uguale, alienata dal tran tran di casa, dai pensieri che frullano, da vecchie abitudini. Invece ho avuto tempo di respirare, abbiamo potuto respirare insieme e sostenerci in un assembramento d’intenzioni. – Elisa
… Non avrei avuto la possibilità di ritornare cosi spesso a casa, e sarebbe stata una grande perdita. Non avrei avuto il tempo, di ascoltarmi, ed ascoltare chi con me condivideva un momento cosi prezioso e consapevole. Non avrei potuto percepire l’energia che si crea in un gruppo! E la condivisione di vite, percorsi ed esperienze. Di Mindfulness non ne avrò mai abbastanza!! Benvenuta nella mia vita! – Monica
… mi sarei persa, sballottata dal vento forte della confusione, della stanchezza, della rabbia, della frustrazione, dell’impotenza. Fermarmi, ascoltarmi, fare un po’ di silenzio nella mia mente, o quantomeno provarci, mi hanno permesso di radicarmi, quel che bastava per non volare via, trascinata non si sa dove da quel forte vento. – Liliana
… non avrei scoperto due importanti risorse. La prima è il famoso ‘lasciar andare’: ho capito che l’incertezza, la paura, il dispiacere fanno parte della vita, ma non bisogna accanirsici contro come normalmente farei, e faccio, per risolvere tutto. La seconda è l’impermanenza, questa parola mi ha quasi sconvolto la prima volta che l’ho sentita: vuoi dire che la sensazione negativa che provo ora non durerà sempre? Ora me la ripeto spesso quando vedo nero o sono sconfortata, e mi aiuta subito.
Avrei altri concetti di cui parlare, ma questi due hanno cambiato in maniera visibile il mio modo di approcciarmi alle difficoltà. – Silvia
… avrei chiamato i momenti di crescita sconfitte. – Stefano
… non avrei potuto arrivare alla fine del lock-down con la mente sgombra e il cuore gonfio; non avrei potuto conoscere i miei spazi interiori e le piccole sfumature della vita; non avrei potuto amare ed essere amato come invece è successo. Pensavo che Mindfulness facesse bene alla mente ma realtà ho scoperto che fa bene anche al cuore! – Jacopo
… non mi sarei laureato quest’anno – Ilario
… sarei stata più ansiosa, mi ha trasmesso calma e il sentire. – Marica
… non avrei dato importanza ad ogni singolo respiro. – Donatella
… non avrei imparato a sentirmi col cuore – Lucrezia
… avrei navigato con maggior fatica e sarei rimontato in barca più lentamente dopo ogni fuori bordo. – Manuele
… non so come sarebbe stato. Praticandola però, quando sono riuscito a farlo con un briciolo di costanza, sono emerse un po’ di calma e maggiore lucidità. Se quel briciolo diventasse un panino… – Denis
… sicuramente sarebbe venuto a mancarmi un utile strumento in questi tempi di poche certezze, in cui tutto in un attimo cambia, dove la fine sembra sempre troppo lontana. Questo strumento, che sempre più si affina e diventa parte di me, se coltivato con intenzione aiuta a stare qui, esattamente in questo momento, dove tutto è perfetto, dove non ci sono aspettative né rimpianti, dove impari a conoscerti e a volere bene anche a quelle parti di te che non tanto ti piacciono, ad accettarle ad accoglierle come “un’altra faccia della medaglia”. Impari chi sei e con questo la consapevolezza che tutto è in mano nostra, e che il nostro futuro lo costruiamo un attimo alla volta. – Alice
… la mindfulness è stata una cura verso me stessa e se possibile anche per chi in questo periodo mi è vicino. Condividere un periodo così lungo con altre persone che tra l’altro non conoscevo mi ha aiutata a stare sotto lo stesso ombrello che mi ha riparato dall’infinita incertezza (…) Grazie mindfulness mi stai salvando. – Nicoletta