Eccoci arrivati alle ultime settimane dell’anno. Manca poco al Natale e alla fine di questo 2022. In questo periodo, arrivano immancabili le molteplici liste, i tanti consigli su come sopravvivere al Natale, su come organizzarci al meglio, su come passare direttamente alla Pasqua! E noi quale lista consultiamo?
Anche io ho proposto in passato alcune di queste liste; eppure quest’anno mi domando io stessa quale consultare. Sarà un Natale diverso questo, il primo senza mio padre; e allora mi domando cosa aspettarmi. Il fatto che questo blogpost sia stato oggetto già di molteplici revisioni, mi rende ancora più chiaro che davvero non ho perle di saggezza da snocciolare, se non raccontarvi le intenzioni che cercherò di coltivare.
Rallentare
A volte mi sembra quasi che il Natale sia un’altra riga nella lista delle tante cose da fare. Dopo essermi occupata di ogni cosa, resta ancora quest’ultima faccenda da sbrigare. Così facendo temo di perdermi il senso di questa festa. Quest’anno, vorrei che fosse un po’ più lento in modo che possa tenermi d’occhio, in modo che possa riconoscere gli indizi che raccontano come sto veramente, di cosa ho bisogno, in modo che possa riconoscere la mia voce. Vorrei andare più lentamente per potere sentire il ritmo di chi mi sta vicino e accordare lo strumento in modo che i miei piani possano essere armoniosi con quelli della mia famiglia.
Riconoscere il cambiamento
Ciò che solitamente amiamo nel Natale, sono proprio le tradizioni che si ripetono anno dopo anno; quella dell’albero, dello stare in famiglia, dei regali da cercare. Eppure queste stesse tradizioni diventano anche portatrici di aspettative. E come sempre le aspettative sono portatrici di un senso di inadeguatezza dal momento che non saranno mai soddisfatte del tutto. Se siamo consapevoli che tutto cambia, possiamo immaginare noi stessi alla stessa tavola, magari con gli stessi vestiti e le stesse emozioni di 5, 10 o 20 anni fa? Impossibile. Nella consapevolezza che questo Natale sarà diverso, nella realizzazione che anche noi siamo persone diverse, come vogliamo scrivere la sceneggiatura di questo nuovo Natale?
Ho avuto la fortuna di vivere dei bellissimi Natali in svariati momenti della vita e collezionare numerosi ricordi e anche iniziare varie tradizioni. Per molti il Natale rappresenta per eccellenza il perpetuarsi di numerose tradizioni. Mentre questo può in alcuni casi portare anche gioia, in altri crea nostalgia. Possiamo domandarci perchè o per chi perpetuiamo una certa tradizione e se questo ci porta gioia o frustrazione?
Non voglio dimenticare i ricordi bellissimi che hanno colorato i tanti Natali della mia vita, desidero però con leggerezza lasciare andare ciò che non è più necessario. Soprattutto desidero che quei ricordi non condizionino il modo in cui scelgo di incontrare i giorni che ho davanti a me.
Lasciare andare comporta anche la possibilità per creare nuove tradizioni, nuove abitudini: magari onorare il tempo passato con nuovi rituali che possano onorare ciò che è importante per noi.
Pazienza
Scelgo la pazienza come sostegno ai momenti più difficili, soprattutto quelli di nostalgia e amarezza. Scelgo la pazienza come antidoto alla reattività, all’insofferenza verso me stessa e verso gli altri; ricordando che la pazienza non è uno stato on demand, piuttosto è un processo, un allenamento continuo nel provare a incontrare le cose così come sono. La pazienza può essere un balsamo per prendersi cura della parte di me ancora un po’ sofferente. In questo senso mi piace sempre ricordare che la pazienza non è sopportazione, o passiva accettazione; piuttosto è un’attiva e concreta alleata che ci circonda momento dopo momento che possiamo accogliere anche questo momento, e poi anche questo, e anche questo. Scelgo la pazienza come rifugio in cui riposare, come risorsa a cui accedere.
Fiducia
Infine scelgo la fiducia in ciò che non posso prevedere. Confido nella mia intuizione, onorando il momento presente, fidandomi che quello che è sulla mia strada è esattamente la strada. Vado incontro a queste feste libera da aspettative: non devo essere gioiosa, non devo essere disperata. Se mi concedo di rallentare posso forse accorgermi che dietro alle note e tradizionali canzoni del Natale, c’è un’altra melodia che sta già iniziando a suonare e che se rallento un po’, se provo a restare un po’ in silenzio posso forse riconoscere e partecipare.