La speranza è l’ultima a morire…
Finché c’è vita c’è speranza …Quanti sono i modi di dire legati alla speranza? Sembra che la speranza sia veramente ciò a cui ci appigliamo con le unghie e con i denti; in fondo quel “Andrà tutto bene” tanto visto nei giorni della pandemia parlava proprio di questo. Oggi rifletto sul significato che attribuiamo alla speranza. Mi sembra infatti che spesso scambiamo la speranza con l’ottimismo: quasi sempre le nostre speranze confidano nel lieto fine, nella realizzazione dei nostri desideri, o quanto meno nello scongiurare che il peggio non accada. Cosa succede quando i nostri desideri non vengono esauditi? Ci attacchiamo a nuove speranze creando nuovi scenari? Etichettiamo la nostra vita come “senza speranza”? Esistono delle alternative? Forse possiamo anche abbandonarci a uno spazio di possibilità; forse questa è già un’alternativa alla speranza.
Speranza o Aspettativa?
Ecco che a volte la speranza è simile all’aspettativa che nutriamo su noi, sugli altri, sul mondo. Speriamo che la nostra storia d’amore vada in un certo modo, che nostro figlio da grande diventi questo o quello; speriamo di avere una certa promozione tanto meritata. Legittimo, sperare il meglio ma possiamo notare come questo sperare ci sposti verso una dimensione di mancanza: qualcosa manca alla nostra vita per essere considerata accettabile.
Abbiamo bisogno della speranza come i bambini hanno bisogno dei sogni. Non c’è nulla di sbagliato nella speranza, tranne che finisce per proiettarci in mondi immaginari che spesso sono fantasmagorici o catastrofici. In entrambi i casi ci portano lontano dal momento presente. Un verso del Tao Te Ching dice che la speranza è tanto vuota quanto la paura: entrambe ci orientano verso qualcosa che non esiste, e creano narrazioni mentali che crediamo vere allontanandoci dal momento presente.
Ricordo che qualche anno fa, mentre partecipavo a un convegno di mindfulness, l’insegnante zen Joan Halifax mentre commentava una terribile strage che era avvenuta lo stesso giorno, ha detto “Sono buddista, in teoria non dovrei sperare, eppure nel profondo del mio cuore, continuo a sperare”. Quando davanti alcuni eventi, saremmo tentati di abbandonarci allo sconforto e alla diffidenza verso gli altri e verso la vita, Joan Halifax diceva, io non voglio smettere di sperare. Secondo me la speranza a cui faceva riferimento era più simile alla fiducia: fiducia nell’essere umano, fiducia nella riconciliazione, nella vita in genere. La fiducia racconta quell’affidarsi alla constatazione che le cose andranno come devono, a prescindere da noi, dal nostro arrabattarci, dal nostro disperarci. Non sto parlando di fato, né di destino, piuttosto di riconoscere una trama più ampia e complessa che include anche la nostra speranza e la nostra paura. Quando abbiamo fiducia, non necessariamente coltiviamo la convinzione che tutto andrà per il verso giusto; piuttosto sentiamo che c’è un ordine nelle cose.
Oggi mi domando: in cosa speriamo? Lasciamo che la speranza sia solo un rifugio alla paura o speriamo giorno dopo giorno per qualcosa? Possiamo stare con questa domanda per un po’, di tanto in tanto vistarla e osservare se le nostre speranze ci proiettano verso dei sogni, delle aspettative, delle intenzioni. Le mie speranze raccontano la direzione che mi piacerebbe dare alla mia vita. Spero di vivere una vita autentica, che mi assomigli e per questo spero di non perdere mai la curiosità e la voglia di conoscermi un po’ di più. Spero di accogliere con gentilezza le prove inevitabili che la vita mi offrirà. Spero in momenti di gioia, di leggerezza e spensieratezza. Spero soprattutto di essere presente a tutti questi momenti quando si presenteranno, in modo che io possa riconoscerli. Infine, in questi mesi di fragilità sociale, spero che nessuno di noi perda la tesa eccessivamente, che non ci si dimentichi la nostra comune umanità. Ecco, posso dire che ho fiducia in noi tutti esseri umani!
Come non chiudere con i versi d T.S. Eliot che parlano della necessità di trasformare la speranza in quella fiducia che vive nel profondo del nostro cuore.
Ho detto alla mia anima di stare ferma, e di stare ad aspettare senza sperare.
Perché sperare sarebbe sperare la cosa sbagliata;
Di stare ad aspettare senza amore.
Perché l’amore sarebbe amore per la cosa sbagliata;
Ma resta ancora la fede.
Ma fede e amore e speranza sono tutte nell’attesa.
Aspetta senza pensare, perché non sei pronto per pensare.
E allora l’oscurità sarà luce, e l’immobilità danza.