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“Non ho nessuna voglia di praticare!” È questo uno dei commenti che sento spesso dai praticanti. Dietro questa sincera dichiarazione, che è comune anche tra i praticanti esperti, ci sono molteplici aspetti da osservare.
Prima fra tutte l’aspettativa che la pratica debba essere utile e debba regalarci dei momenti speciali; una sorta di idealizzazione della pratica per cui desideriamo che qualcosa di importante ci venga svelato; o quanto meno se proprio nessuna rivelazione debba arrivare, c’è la speranza che la meditazione ci intrattenga in qualche modo.
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Le prime cose che metto in valigia prima di partire per il ritiro sono il mio panchetto da meditazione e dei guanti gialli in gomma. In un certo senso raccontano cosa farò: mi dedicherò alla pratica e lo farò in una comunità impegnata a prendersi cura l’uno dell’altro. Nei prossimi giorni sarò assegnata a un…
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Che relazione abbiamo con il tema della vulnerabilità, della sofferenza, della fine della vita? Quali sono le storie che ci portiamo dietro e che magari ci condizionano? C’è un passo della Mahābhārata, un testo sacro della tradizione indiana in cui si legge “La cosa più straordinaria del mondo è che nonostante vediamo le persone morire,…
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È stata soprattutto una festa quella dedicata a onorare l’MBSR nel mondo e l’intuizione che ha portato Jon Kabat Zinn a creare il corso MBSR nel 1979. Oltre 350 insegnanti da tutto il mondo si sono ritrovati per ripercorrere la strada che ha portato allo sviluppo e la crescita della mindfulness contemporanea nel mondo. Honoring…
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