Una storia che appartiene alla tradizione buddhista racconta di un persona che sogna una notte di vagare e perdersi nella foresta fino a trovarsi davanti le tracce di un sentiero; inizia a seguirle finché non incontra una capitale antica che è stata da tempo abbandonata e a quel punto capisce di essere arrivata.
Questa storia è densa di significato. Racconta di un vagare, di un sentirsi persi, ma anche di un ritrovare le tracce che conducono verso qualcosa di antico quasi ancestrale; racconta di come questo perdersi sia necessario per ritrovarsi, per capire di essere arrivati. Quelle tracce raccontano che qualcuno prima di noi ha percorso questa strada e possiamo fidarci.
Iniziare con fiducia
Il percorso inizia sempre con fiducia: fiducia in noi stessi, nella nostra capacità di potere ritrovare la strada, di potere stare meglio, fiducia tante volte in qualcosa che neanche conosciamo. Questo il primo vero ingrediente necessario dal momento che spesso e volentieri non conosciamo la strada e neanche la destinazione. In lingua pali c’è un termine conosciuto come saddha che traduce proprio questa fede che non ha nulla di dogmatico ma che racconta quel fuoco che arde sempre nel nostro cuore e che probabilmente abbiamo riconosciuto tutte le volte in cui ci siamo tuffati verso un qualcosa di nuovo. L’insegnante Sharon Salzberg a proposito scrive “Questa è una fede che pone l’accento su una base di amore e rispetto per noi stessi, che rivela il nostro legame con li altri, piuttosto che definire ognuno come separato e distante. (…) Questa fede non è qualcosa che abbiamo o non abbiamo, ma una qualità interiore che si rivela quando impariamo a fidarci della nostra esperienza più profonda”.
Pulire la strada
La pratica di consapevolezza è un percorso che dura tutta una vita; e il procedere include la volontà di fare chiarezza, di pulire la strada davanti a noi da sterpaglie. A volte il nostro lavoro è proprio un lavoro di pulizia. Anche, come racconta la storiella iniziale, riconoscere le tracce che ci ricordano che siamo sul cammino giusto.
Quali sono le tracce che riconosciamo? Quali le tracce di cui possiamo fidarci? Le tracce a volte sono date dalle trasformazioni che riconosciamo nella nostra vita. Come siamo cambiati quest’anno in questo viaggio? Nella meditazione, alcune tracce sono disponibili già nei primi momenti: a volte riconosciamo un certo agio, una libertà che sembrava dimenticata. Mi viene in mente Stefania, una praticante che di recente ha descritto così le tracce che riconosce dalla sua pratica “Ho tagliato rami secchi, che mi portavo appresso da tanto tempo e ho provato finalmente sollievo. E leggerezza e libertà. Mi sembra anche di guidare meglio, forse perché sono più concentrata. E sono viva come non mai. E propositiva. È stato un anno difficile e molto complicato, ma stasera tornando a casa, da sola, in macchina, correndo nella notte, ho realizzato che ero felice e ho pianto. Il cuore pieno di gratitudine”.
Certe volte ecco che di nuovo la fiducia torna in aiuto: ci fidiamo di chi ha percorso un cammino prima di noi; riconosciamo dei segnali che ci fanno aspirare a qualcosa di diverso. Quanti di noi hanno iniziato un percorso perché consigliato da qualcuno o perché abbiamo riconosciuto dei segnali che abbiamo desiderato avere nella nostra esistenza?
Tanti tipi di percorso
Il percorso a volte è un percorso per andare, altre volte per tornare, tornare a casa, ritrovarci. Molto spesso, il percorso che attraversiamo non non è necessariamente geografico. Gli anni della pandemia ce lo hanno mostrato che pur restando a casa, tantissime trasformazioni possono avvenire nel nostro cuore. Nuovi interrogativi, considerazioni, che ci fanno mettere in discussione modalità che sembravano consolidate.
In realtà ogni cosa che facciamo nel corso della giornata, ogni scelta che prendiamo ha a che fare con il nostro procedere. Ecco a cosa servono i momenti di pausa, fermarsi a ricordare le motivazioni, le asportazioni, le intenzioni e anche ripercorrere i passi fatti e la direzione. Magari osservare che un eventuale imprevisto, può essere diventato un nuovo percorso che si sta aprendo davanti a noi, e come quello che è sulla strada è in realtà proprio la strada.
Non sempre i percorsi si conducono da un luogo a un altro; non sempre vanno da qui a lì. In alcuni casi possono raccontare dei percorsi si stallo. Spesso le più grandi trasformazioni avvengono in quei momenti della vita in cui ci sembra non stia succedendo molto. Quando mio papà è morto il mio percorso richiedeva una pausa. Dovevo fermarmi. Sono grata di avere avuto questa possibilità e allo stesso tempo mi domando quanto siamo in grado di riconoscere quando piuttosto che procedere è necessario fermarsi?
Lasciare casa, per tonare a casa
Avremo già fatto esperienza diretta di come per viaggiare sia necessario lasciare casa. Di recente ho scoperto una bellissima poesia di una monaca buddista che entra in monastero. Racconta di come il viaggio inizia proprio con la fiducia di cui abbiamo parlato, antidoto contro la paura; ma soprattutto inizia lasciando casa che simbolicamente vuol dire lasciare le nostre zone di comfort, le nostre etichette, le definizioni che abbiamo di noi e del mondo. Mettersi in cammino verso qualcosa che non conosciamo. La poesia parla di amicizia, come la pratica di consapevolezza altro non è che una pratica di be-friending, in cui impariamo a fare amicizia con quello che c’è, con la nostra mente, con la nostra storia. E piuttosto che condurci in luoghi paurosi, ci riporterà a casa. Ecco, sì la pratica di consapevolezza è una pratica che ci riporta a casa. Chiudo con la bellissima poesia di questa suora che si firma come Mitta augurandovi di trovare la fiducia necessaria per mettervi in cammino, fidandovi delle tracce che riconoscerete, lasciando alle spalle ciò che non è più necessario. Un passo alla volta, un respiro alla volta tornare a casa.
Piena di fiducia hai lasciato casa,
e presto hai imparato a percorrere il Sentiero —
farti amica di tutti
e rendere tutti amici.
Quando il mondo intero è tuo amico,
la paura non troverà un posto dove nascondersi.
E quando fai la mente tua amica,
saprai che cosa fiducia
significhi davvero.
Ascolta.
Ho seguito questo Sentiero dell’amicizia
fino alla fine.
E posso dire con assoluta certezza…
ti condurrà a casa.