La generosità racconta la nostra capacità di lasciare andare, la nostra interdipendenza, la nostra trasformazione. Soprattutto la generosità ci permette di tradurre in azione quell’attenzione che tanto coltiviamo nel nostro cuscino di meditazione.
Improvvisamente scopriamo che la nostra consapevolezza non è un’astrazione e non è sempre ego-riferita. Il nostro sguardo si fa più ampio: la meditazione ci aiuta a alzare la testa e accorgerci del posto che occupiamo e di quello che possiamo fare.
Più volte abbiamo notato come la pratica ci trasforma, ci rende più sensibili e più responsabili verso il mondo che abitiamo; la generosità ci permette di trasformare questo sguardo più ampio in azione.
La generosità è empatia in azione, attenzione in azione, cura in azione. Questo ci permette di renderci conto che è in nostro potere agire per come possiamo.
Sentire un certo pizzicotto
Ma così come la pratica a volte ci mette in una posizione scomoda, allo stesso modo la generosità non è sempre comoda. A questo proposito ecco la citazione di un maestro tibetano Gelek Rinpoche che dice che quando doniamo dovremmo sentire un certo pizzicotto.
“Quando pratichi la generosità, dovresti sentire un pizzicotto quando dai via qualcosa. Quel pizzico è il tuo attaccamento che protesta. Se dai via il tuo vecchio cappotto logoro che non avresti più indossato, non è generosità perchè manca quel pizzicotto. Non stai facendo nulla per superare il tuo attaccamento; stai solo pulendo il tuo armadio e lo chiami in altro modo. Dare via il tuo cappotto potrebbe tenere qualcuno al caldo, ma non affronta il problema che affrontiamo come praticanti spirituali: liberarci dall’autoreferenzialità e dall’attaccamento a noi stessi “.
Come farlo nella vita di tutti i giorni? Forse possiamo donare attenzione quando vorremmo girarci dall’altra parte, possiamo regalare qualcosa da cui non vorremmo separarci, offrire del tempo che pensavamo di dedicare a altro, potremmo non avere l’ultima parola in una discussione in cui ci sembra di avere proprio ragione!
Quanta azione nella generosità! Quanta azione nel cuscino di meditazione, tutte le volte che ci troviamo davanti ai nostri attaccamenti, a quelle storie che non vogliamo lasciare andare.
Ma lasciare andare qualcosa a cui siamo attaccati, non è l’unica sfida.
Cosa ostacola la generosità?
Per esempio donare con l’aspettativa di ricevere un riconoscimento. Mi viene in mente il fatto che si medita senza uno scopo, solo per coltivare la presenza, per essere svegli alla nostra vita e non per essere più rilassati o più santi. Allo stesso modo la generosità è una naturale espressione di questa presenza. Nel momento in cui vogliamo o ci aspettiamo qualcosa in cambio ci troviamo davanti alle stesse aspettative della meditazione.
A volte siamo generosi per sentirci indispensabili. Nell’hospice dove sono volontaria, sento a volte la frustrazione di chi non si sente abbastanza utile, abbastanza impegnato. In quei momenti si perde di vista il fatto che non siamo noi i protagonisti, ma l’altro. Ci dimentichiamo che stiamo già donando il nostro tempo, e il fatto che questo tempo non venga utilizzato come piace a noi, questo non è oggetto della generosità.
Accorgerci di questo e molto altro, vuol dire diventare curiosi della relazione che abbiamo con la generosità. Chiudo con una poesia di Alberto Rios che in qualche modo racconta la generosità come l’unica strada possibile, qualunque sia la storia che abbiamo con la generosità e come la base per creare qualcosa di unico.
Quando dare è tutto ciò che abbiamo
Un fiume offre
la sua strada al prossimo
Diamo perché qualcuno ci ha dato.
Diamo perché nessuno ci ha dato.
Diamo perché il dare ci ha cambiato.
Diamo perché dare avrebbe potuto cambiarci.
Siamo stati migliori per questo,
Ne siamo stati feriti …
Dare ha molte facce: è rumoroso e silenzioso,
Grande, sebbene piccolo, diamante in chiodi di legno.
La sua storia è vecchia, la trama logora e anche le pagine,
Ma leggiamo questo libro, comunque, ancora e ancora:
Dare è, prima e ogni volta, corpo a corpo,
Il mio al tuo, il tuo al mio.
Mi hai dato il blu e io ti ho dato il giallo.
Insieme siamo semplici verdi. Mi hai dato
Quello che non avevi e io ti ho dato
Quello che dovevo dare – insieme, abbiamo creato
Qualcosa di più grande da questa differenza.