Ricordare Thich Nhat Hanh
l primo libro di Thich Nhat Hanh che ho avuto tra le mani, l’ho trovato circa vent’anni fa sul comodino di quello che oggi è mio marito. Mi aveva incuriosito trovare un libro dal titolo tanto delicato “Insegnamenti sull’amore”. Ammetto con umiltà che non conoscevo questo maestro che stava contribuendo già da anni a diffondere la consapevolezza in Occidente; non sapevo come i suoi insegnamenti mi avrebbero accompagnato per anni.
Raccontare Thich Nhat Hanh è difficile e forse anche pretenzioso. Qualsiasi sforzo risulterebbe riduttivo della figura immensa che è stata. Ma non posso tenere un blog di mindfulness senza ricordare almeno alcuni elementi di questo grande maestro che ci ha lasciato alla fine di Gennaio.
Tra le storie di Thich Nhat Hanh, detto Thay ‘maestro‘ dalla sua comunità, mi ha sempre colpito la fuga dal Vietnam di monaci e laici attraverso delle barche in mezzo al mare che si allontanavano per mettersi in salvo. Thay racconta che in mezzo a tanta paura, se anche solo una persona nel gruppo riusciva a mantenere la calma, riusciva a influenzare il resto del gruppo. Un insegnamento che mi ha tenuto buona compagnia proprio i mesi della pandemia e che raccontava della consapevolezza, della nostra interconnessione e della responsabilità che il nostro modo di incontrare gli eventi può avere su altre persone.
Thay è considerato l’inventore del “buddismo impegnato“ per il suo instancabile lavoro di riconciliazione nel suo paese e non solo con la creazione di movimenti di resistenza non violenta. Quando è arrivato in America per offrire i suoi insegnamenti, incontrò nel 1966 Martin Luther King Jr. che lo nominò per il Nobel per la pace definendolo “un apostolo della pace e della nonviolenza“. Incontrò anche il segretario di stato americano Robert McNamara; si racconta che giorni dopo questo incontro, McNamara si dimise per crisi di coscienza.
Gli insegnamenti di pace che offriva, non riguardano solo l’ingiustizia sociale o questioni lontane per noi. Piuttosto Thay esortava a portare la pace e la compassione nei nostri quotidiani campi di battaglia: l’ufficio, la scuola, la sanità, le carceri, la famiglia. Gli scritti che ci ha lasciato vanno infatti da traduzioni dei sutta a manuali per insegnante di scuola. In questo modo Thay ci ha responsabilizzato a prendere posto nella nostra vita e non sentirci gentili ospiti, ma scegliere con cura la parola, le azioni, i pensieri perchè ognuna di queste ha un impatto su ogni cosa e persona intorno a noi.
Inter-essere
Questa possibilità di influenzare persone e cose nella nostra giornata, è espressione di uno dei suoi insegnamenti più importanti, quello infatti dell’inter-essere, la constatazione che la nostra esistenza è possibile solo in relazione. La maggior parte degli insegnamenti di Thay si rifanno a questa riflessione. “Un fiore non è fatto solo di elementi floreali. Un fiore non può essere solo da solo. Un fiore può inter-essere solo con elementi non floreali. Non puoi rimuovere il sole, il suolo e le nuvole dal fiore. La stessa cosa vale per la sofferenza e la felicità. Quando coltivi fiori di loto sai che i fiori di loto devono crescere nel fango. Non puoi coltivare il loto sul marmo. Quando guardi nel fiore di loto, vedi il fango all’interno. Sorridi al fango nel loto. Sappiamo che la felicità è fatta di elementi di non felicità. La felicità è una specie di fiore. È fatta di elementi di non felicità. È come se un loto fosse fatto di elementi non di loto, compreso il fango“.
Sangha
Ancora, Thay ha senz’altro realizzato uno degli insegnamenti più importanti della tradizione buddista che ha trovato nella sua tradizione una realizzazione esemplare. Sto parlando del sangha e cioè di quella comunità di praticanti che si sostiene nella pratica e nella vita. Il monastero di Plum Village nel sud della Francia, è abitato da 200 tra monaci e monache e ogni anno viene visitato da oltre 8000 persone da tutto il mondo.
Anche il sangha è letto con la lente dell’inter-essere.
“Praticando insieme come comunità, la nostra pratica di consapevolezza si fa più gioiosa, più rilassata, più stabile. Siamo ‘campane di consapevolezza’ gli uni per gli altri; ci sosteniamo, ci facciamo a vicenda promemoria lungo il sentiero della pratica. Con il sostegno della comunità possiamo praticare per coltivare la pace e la gioia in noi e intorno a noi e farne un dono per tutte le persone che amiamo e ci stanno a cuore“.
Mindfulness
Naturalmente, Thich Nhat Hanh ha il merito di avere accolto nella sua comunità e avere raggiunto con i suoi testi milioni di persone diffondendo con parole semplici e accessibili la Mindfulness o, come titola uno dei suoi libri più celebri, Il Miracolo della presenza mentale. Ecco uno stralcio in cui racconta la mindfulness. “La presenza mentale non consiste solo nel sentirsi tranquilli e lieti, ma anche vigili e svegli. La meditazione non è evasione; è un sereno incontro con la realtà. Chi pratica la presenza mentale dev’essere sveglio nè più né meno come se stesse al volante di un’automobile; diversamente, il praticante sarà preda della dispersione e della distrazione come il guidatore sonnolento che rischia da un momento all’altro di provocare un grave incidente. Restate svegli come se camminaste sui trampoli, sapendo che un passo falso può farvi perdere l’equilibrio. Siate come un cavaliere medioevale che avanza disarmato fra una selva di spade. Siate come un leone che procede col suo passo lente, leggero e sicuro. Solo questa continua vigilanza potrà portarvi al completo risveglio.”
Meditazione camminata
Infine, mi ha sempre colpito l’enfasi della comunità di Thay sulla meditazione camminata, che pur appartenendo a tutte le tradizioni, ha trovato nei seguaci di Thay un baluardo di questo procedere pacifico e incessante. Chiudo con una poesia di Thich Nhat Hanh dal titolo Meditazione camminata, tradotta in italiano da Chandra Livia Candiani.
Prendi la mia mano.
Cammineremo.
Semplicemente cammineremo.
Ci godremo il camminare senza pensare di arrivare da nessuna parte.
Cammina serenamente.
Cammina gioiosamente.
La nostra è una camminata di pace.
È una camminata di felicità.
Così impariamo che non c’è una camminata di pace;
la pace è la camminata;
non c’è una camminata di felicità;
la felicità è la camminata.
Camminiamo per noi stessi.
Camminiamo per tutti mano nella mano sempre.
Cammina e tocca la pace ogni momento.
Cammina e tocca la felicità ogni momento.
Ogni passo porta una fresca brezza.
Ogni passo fa sbocciare un fiore sotto i tuoi piedi.
Bacia la terra con i piedi.
Stampa sulla terra amore e felicità.
La Terra sarà salva quando sentiremo in noi la salvezza.